La Vernaccia e il Cavatappi d’idee


Anche quest’anno il concorso Il cavatappi d’idee, la manifestazione organizzata dal consulente di marketing Andrea Riccio, ha stimolato la creatività degli oristanesi e non solo. Per tutto il mese di giugno le settantatré opere in concorso sono state esposte nelle vetrine del centro storico, in una mostra diffusa che ha aggiunto un valore di identità e tradizione alla città. La cerimonia di premiazione si è svolta nel chiostro del Carmine, sede dell’Università ed è stata preceduta da una conferenza del professor Severino Zara, docente di viticoltura ed enologia, dal titolo Importanza dell’invecchiamento biologico nella produzione della vernaccia di Oristano. Gli studenti di  Tecnologie Viticole, Enologiche e Alimentari hanno organizzato una degustazione di vernaccia offerta  dalle cantine Contini, Orro, Sociale della Vernaccia, Carta, Produttori Riuniti, Pippia, F.lli Serra e Atzori. Il vino è stato sapientemente abbinato a prodotti alimentari locali, crostini di carasau con bottarga e crema di carciofi, formaggi, oìa pistada. La giuria, composta da Augusto Biselli, Maurizio Amore, Salvatore Garau, Roberto Ripa e Paolo Sanna ha dato il primo premio (1000 euro) a Vernace Parfum, rivisitazione in chiave ironica della pubblicità di un profumo, opera di Brigida Pes e Laura Didu. Secondo classificato Gigi Meli che reinterpreta la bifora del monastero di Santa Chiara con i simboli giudicali e grappoli di uva vernaccia. Terzo premio per Vernaccia e parole, installazione di Beatrice Busi Deriu e Cristina Zelinotti. In un video offrono vernaccia ai passanti che poi scrivono le loro sensazioni su un bigliettino. L’opera finale era un piccolo telaio a cui erano appesi i bigliettini.

Ho intervistato Andrea Riccio, ideatore e organizzatore della manifestazione.

Speriamo che la vernaccia non si estingua mai, ma è vero che la produzione è molto legata alla sussistenza, nel senso che nella zona di Oristano sono in molti i privati che la fanno nelle proprie cantine e il consumo è locale. Quanto può essere importante una manifestazione come il Cavatappi per iniziare una politica di marketing che porti il nostro vino migliore a un consumo più vasto?

La Vernaccia vive un momento paradossale: è l’ora dei prodotti locali, km zero, delle marche ricche di significato. La Vernaccia possiede tutte queste caratteristiche oltre a quella, non certo banale, di essere un prodotto di qualità eccezionale. Ebbene, soffre fino al rischio di estinzione. E’ un prodotto dal prezzo bassissimo: dove troviamo un vino di 15 anni a soli 20 euro? Sono convinto che i primi a non credere più nella Vernaccia siano i produttori. Sfiancati da un piccolo scandalo (ma è roba di 30 anni fa) non hanno più avuto la forza di reagire, travolti dall’onda dei vini alla moda, non hanno saputo adeguarsi e rilanciarsi. Il fatto che siano in tanti a produrla nelle proprie cantine è un gran punto di forza. La Vernaccia è varia per natura, giovane o stravecchia. Che siano tanti i microproduttori ad offrirne di tante diverse la rende affascinante. Sono contrario ai disciplinari, alle doc, alle norme che impongono comportamenti sommergendo il produttore di inutile burocrazia, quella vale per le multinazionali. Se un prodotto locale è buono allora prospera, perché lo offro al mio vicino di casa, c’è un rapporto di fiducia e di passaparola, altro mezzo di promozione tornato oggi prepotentemente alla ribalta. Certo, se devo vendere in tutto il mondo allora servono gli standard, l’haccp, le norme, le procedure. Ma la Vernaccia è il prodotto più di nicchia che esista, se non si apprezza ad Oristano perché dovrebbe piacere a Tokio?

Il Cavatappi? E’ un’iniziativa originale che può anche piacere o non piacere ma che stimola gli oristanesi a ricordarsi che il prodotto esiste. Ma se le cantine non ci credono, non c’è cavatappi che tenga: avete mai visto una pubblicità, un’azione promozionale a supporto della Vernaccia?

E’ vero, non si è mai vista. Auguri alla vernaccia e al Cavatappi d’idee, atrus annus mellus.

Articolo scritto per il settimanale L’Arborense

4 pensieri su “La Vernaccia e il Cavatappi d’idee

  1. Era meglio fare diverse categorie. Non si possono mettere a confronto poesie con quadri o con video. bella manifestazione comunque

  2. Ma ita chereisi commercializzai? sa crannatza pru bella è cussa de domu, a imi sa crannatza imbotiliada mi pigada a daor’e conca

  3. Grazie Walter, E’ un problema che ci siamo posti più volte, ma non tutte le opere sono inquadrabili in categorie precise (una poesia scritta in un quadro? Una ricetta? Una vignetta?). Avere poi tante categorie comporta un piccolo problema: tanti montepremi, e le risorse sono al lumicino. Certo però che dovremmo introdurre dei “premi speciali”, delle menzioni, delle gratificazioni che possano allargare il numero dei premiati e motivare di più alla partecipazione. Così com’è ora troppa gente va via un po dispiaciuta, e non è nel nostro spirito

  4. @ Crannatziu, fare uno standard buono (non il bottiglione da due litri che è anticommerciale) vuol dire far conoscere il prodotto dappertutto e ne avrebbero giovamento anche le cantinette a conduzione familiare e quindi tutto l’indotto dei piccoli paesi dell’oristanese. Cosa credi che il whisky non sia meglio in Scozia?? Eppure una bottiglia di whisky “commerciale” ce l’abbiamo tutti in casa.

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