Terralba dopo l’alluvione


giorgio spada mostra il livello dell'acqua

Terralba la mattina del 20 novembre è ancora sotto shock, le motopompe continuano a risucchiare acqua dai seminterrati, mentre i volontari tirano fuori le suppellettili dal fango degli scantinati. La via Rio Mogoro, che si chiama così perché si trova dove un tempo scorreva il rio Mogoro prima di venire canalizzato, sembra un mercatino dell’usato di oggetti sporchi di fango. Davanti alle case i terreni sono allagati, la strada sembra una misera diga che riesce a malapena a fermare l’acqua. Non è bastata a fermarla la sera del 18, quando il fiume, dopo aver inondato Uras, si è “ricordato” del suo antico percorso. “Vieni, tu che hai la macchina fotografica, fa’ il favore…” Il signor Giorgio Spada abita nella prima casa della via. Ci fa entrare nella baraonda dello scantinato, in mezzo a un via vai di volontari e, con le mani sporche di fango, fruga in una cassettina degli attrezzi, alla ricerca del metro che gli serve per misurare il livello raggiunto dall’acqua. Gli hanno detto che gli serve la fotografia per avere gli indennizzi.

Cosa è successo, signor Spada?

Lunedì, verso le 19,15 è arrivata una marea d’acqua talmente forte che ha aperto la porta e mi ha buttato a terra. La prima casa dove è arrivata l’acqua è la mia. Il cane era con me in cucina, ha sentito il pericolo ed è uscito; si è rifugiato nella scuola qui a fianco, dove l’hanno trovato stamattina, morto. Io l’ho sentito abbaiare tutta la notte ma non potevo entrare.

Cosa ha fatto quando è uscito di casa?

L’acqua fuori arrivava fino al pianerottolo, ho visto la macchina che rischiava di essere trascinata via. Ce n’erano due già sommerse. Allora ho spinto la mia e l’ho incastrata dietro una palma, ma l’acqua me l’ha spostata di nuovo e le ha tolto addirittura la ruota di scorta.

Nel frattempo avete chiamato i soccorsi…

Si, li abbiamo chiamati subito e, quando sono arrivati, ci hanno obbligati ad andar via. L’acqua alta dev’essere durata almeno sei-sette ore, lo so perché io non volevo lasciare la casa e sono rimasto fino all’una. Poi, a malincuore, mi son deciso, ho chiamato mio genero che è un vigile del fuoco e gentilmente è tornato a prendermi.

E poi siete tornati…

Quando siamo tornati l’acqua era stata aspirata. A casa mia penso siano riusciti a convogliarla nella fogna, mio figlio stesso si è messo in contatto con uno che ha il trattore… Giù era tutto aperto, siamo riusciti a chiudere solo al piano terra, sa, per gli sciacalli…

Si, a Olbia ci sono stati episodi del genere…

Mio figlio fa il camionista a Olbia e dice che la gente sta impazzendo, che qualcuno voleva buttarsi dal tetto per la disperazione, stanno peggio di noi.

Coraggio signor Spada, e grazie per la testimonianza…

Grazie a voi, ragazzi, per le foto, scusate se non vi do la mano…

Articolo scritto per il settimanale L’Arborense

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